Al primo piano, nella stanza più grande, era situata la camera da letto di Panzini, nel cui angolo/studio si trovavano la libreria, lo scrittoio e un’ampia poltrona di cuoio. Anche qui, pareti e soffitto sono abbelliti con decorazioni a secco. Gli elementi d’arredo della stanza da letto erano costituiti da un letto a barca, un pregiato cassettone a ribalta ed altri elementi di arredo. “Questa, nella stanza da letto, è la finestra presso la quale egli la notte lavora, sdraiato su una sedia lunga, una tavoletta sulle ginocchia piegate. Si desta alle tre o alle quattro, e spalanca questa finestra sul verde degli orti e sul mare. (…) Su una parete stanno appese una gran pannocchia di granturco e una delle scarpette con cui Tittì mosse i primi passi. Accanto al letto di lucido noce coperto di seta verde è teso un rettangolino di seta bianca e lisa, e sopra, da una mano di bimba, vi sono ricamate a punto in croce le lettere dell’alfabeto: in basso “Filomena 1848”. E’ di mia madre – mi dice Panzini…” (da un articolo pubblicato sul “Corriere della Sera” del 21 settembre 1924 a firma Tantalo).
Oggi la camera/studio, assieme alla scrivania, propone un percorso critico tra le carte dell’archivio dello scrittore.